Possiamo dare per scontato che l’importanza di disporre di documenti tradotti nella lingua parlata dai nostri clienti internazionali sia chiara a tutti. Ma siamo sicuri che la correttezza formale di una traduzione sia tutto ciò che le serve perché possa funzionare davvero come strumento per la comunicazione e la vendita? In realtà, in alcuni casi, l’esattezza di una traduzione e la sua precisione non bastano: entrano in gioco altri fattori che sono ancora più essenziali perché il testo tradotto svolga la sua funzione.
Per quanto possa sembrare un esercizio banale, proviamo a domandarci cosa voglia dire, esattamente, “tradurre un testo”. Potremmo definire questa operazione come la trasformazione di un contenuto dalla lingua in cui è stato scritto originariamente ad un’altra; un’operazione che serve a fare sì che quel contenuto diventi perfettamente comprensibile a chi conosca questa seconda lingua ma non la prima.
Ma eccoci al punto chiave: cosa vuol dire “perfettamente comprensibile”? Si tratta di un mero fatto di coincidenza grammaticale e lessicale? Per capire la risposta a questa domanda, osserviamo semplicemente l’espressione idiomatica inglese “It’s raining cats and dogs”, usata per indicare una pioggia torrenziale, e domandiamoci se rimanga comprensibile se volta semplicemente – e correttamente - nell’italiano “Piovono cani e gatti”.
Evidentemente, non funziona. Esiste un intero strato di significato che non è contenuto nelle parole, ma nei riferimenti culturali che quelle parole evocano – riferimenti che possono esistere nella lingua di partenza ma non in quella di arrivo. E in questi casi, tradurre – ossia trasferire significato – non può più essere una questione di sola trasposizione grammaticale.
Il processo che diventa necessario nei casi di cui abbiamo appena presentato un esempio banale non ha più tecnicamente, il nome di traduzione, bensì quello di transcreation (https://www.bantelmann-translate.de/it/transcreation). Vediamo, rapidamente, le differenze fra le due pratiche.
Una traduzione in senso stretto è una traduzione il più possibile letterale: è quella che, ad esempio, ci serve se stiamo traducendo un documento ufficiale, un manuale d’istruzioni, un bugiardino farmaceutico. Nella traduzione abbiamo lo scopo di trasmettere un significato che è contenuto interamente nella scelta di termini precisi e nella struttura del testo: se usiamo i termini corretti e li combiniamo in modo grammaticalmente esatto, possiamo essere sicuri – fatti salvi i dettagli minori di localizzazione relativi a unità di misura e piccolezze simili – che il significato originale sarà preservato.
Nella transcreation invece parliamo sempre della ricostruzione di un testo in una lingua diversa, ma abbiamo a che vedere, ad esempio, con messaggi pubblicitari o di marketing. In questo caso il significato che vogliamo trasmettere, come accennavamo prima, non è interamente contenuto fra le righe del testo, ma si sviluppa creando nella mente del suo fruitore immagini che nascono più dai riferimenti che fa (alla cultura popolare, a modi di dire, a giochi di parole, a tormentoni, a figure famose) di quanto non siano trasmessi dalle parole del testo in sé. È chiaro che a questo punto una traduzione letterale, anche perfettamente corretta, non potrà trasmettere i significati desiderati, e che per ottenere questo risultato sarà necessaria in realtà una riscrittura quasi integrale – e comunque con corpose modifiche – del testo, che tenga conto dei riferimenti propri dei destinatari del nuovo messaggio. Proprio questa è la transcreation.
Come abbiamo visto poco sopra, la transcreation entra in gioco soprattutto nel campo del marketing, dove slogan e payoff usati dalle aziende possono spesso perdere il proprio effetto comunicativo quando vengono tradotti. Abbiamo citato il problema dei riferimenti culturali diversi – pensiamo ad una battuta su Cappuccetto Rosso raccontata in un Paese in cui quella favola è sconosciuta – ma talora la questione può essere ancora più tecnica, come ad esempio nel caso in cui l’effetto di uno slogan originale dipenda soprattutto da una rima – elemento difficilissimo da mantenere in traduzione. Naturalmente, oltre che per i documenti di marketing propriamente detti, questo processo si può applicare a testi di spot televisivi o radiofonici, pagine pubblicitarie sulle riviste, siti web, e qualsiasi altro tipo di messaggio.
Non tutti i traduttori possono occuparsi di transcreation. Ovviamente i requisiti di base dei primi si applicano anche ai secondi, che devono comunque conoscere in maniera approfondita la lingua e la cultura del messaggio di partenza come quelle di destinazione; tuttavia, a queste caratteristiche è necessario aggiungere delle capacità creative e di scrittura che permettano di cogliere il nocciolo del messaggio e traslarlo in una forma che, allo stesso tempo, generi in una lingua diversa lo stesso effetto dell’originale, eviti tabù e concetti sgradevoli per la lingua di destinazione, e mantenga musicalità e concisione dove necessario.
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