Nel campo delle traduzioni può sovente capitare che siano richieste particolari certificazioni, perché il documento tradotto deve essere utilizzato per scopi ufficiali ed è importante che il suo contenuto venga qualificato, a livello legalmente indiscutibile, come fedele all’originale. In questo ambito capita di sentire usare termini come “traduzione legalizzata” e “traduzione asseverata” – definizioni piuttosto oscure per il profano, e che generano il rischio di incomprensioni e inadempienze che possono avere conseguenze anche rilevanti. Vediamo quindi di spiegare, in breve e con la massima chiarezza, la differenza fra traduzioni asseverate e legalizzate.
Il termine “asseverata” viene utilizzato esclusivamente in Italia: in tutto il resto del Mondo, viene utilizzato un termine più comune che ha l’identico significato, ossia “traduzione giurata”. L’asseverazione è infatti null’altro che un giuramento.
Nella traduzione giurata, il traduttore – che in questo caso agisce come perito – si presenta di fronte al pubblico ufficiale preposto e, materialmente, presta giuramento che la sua traduzione sia fedele al testo originale da cui è stata tratta. La firma del traduttore sul verbale rappresenta quindi la sua presa di responsabilità riguardo alla corrispondenza fra testo e traduzione. Il pubblico ufficiale in questione può essere un impiegato del Tribunale, oppure spesso un Notaio.
La traduzione giurata occorre fondamentalmente nel caso in cui si possieda un documento rilasciato in un altro Paese, e quindi scritto in una lingua diversa da quella dello Stato in cui ci si trova, e si abbia la necessità di rendere quel documento legalmente valido anche nello Stato attuale. La procedura di giuramento della traduzione è quella che conferisce tale validità. È fondamentale ricordare che solamente i traduttori ufficiali autorizzati e iscritti all’Albo. possono effettuare l’asseverazione di una traduzione.
La legalizzazione di una traduzione è una pratica ulteriore rispetto al giuramento o asseverazione; consiste infatti in un’autentica della firma del funzionario che sottoscrive un atto pubblico.
Per legalizzare una traduzione, è necessario che questa sia già stata giurata; in seguito, deve essere presentata presso un apposito ufficio della Prefettura o della Procura della Repubblica, dove verrà effettuata l’autentica necessaria.
La legalizzazione della traduzione si rende necessaria fondamentalmente per dare valore legale anche all’Estero ad un documento redatto in Italia (e appunto tradotto nella lingua straniera in questione). Fa parte delle procedure di legalizzazione della traduzione anche la cosiddetta Apostille, un processo distinto che si applica nei casi in cui il Paese straniero nel quale si desidera che la traduzione del documento abbia valore legale sia anche firmatario della Convenzione dell’Aja del 1961.
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